Nel quadro evolutivo le sanguisughe si sono sviluppate nel Cambriano, intorno a 400-500 milioni di anni fa e sono state tra i primi predatori. Siccome sono invertebrati, i loro primi rari fossili risalgono solo all’era giurassica. Sulla base di questi risultati è evidente che la sanguisuga di allora non si differenzia in modo significativo da quella attuale.

Al mondo esistono circa 650 specie di sanguisughe, di cui solo quindici possono essere utilizzate per scopi terapeutici. Le specie più comunemente utilizzate sono la Hirudo medicinalis, la Hirudo verbana o officinalis, nota anche come sanguisuga magiara e la Hirudo orientalis.

Le Hirudo medicinalis sono organismi complessi e appartengono alla famiglia degli anellidi. Sono provvisti di ventosa anteriore e posteriore. Nella parte anteriore sono collocate la bocca con cinque coppie di occhi e tre mascelle, con le quali incidono una ferita nel tessuto delle prede. La ventosa posteriore si trova invece intorno all’ano. Entrambe le ventose sono utilizzate per muoversi e nutrirsi, di quella nella parte posteriore si serve solo come sostegno. Sono ermafroditi e raggiungono la maturità sessuale a quattro anni d’età. Quindi producono un bozzolo in cui depositano le uova, di solito da esso si sviluppano 10-15 sanguisughe. In media vivono fino a trent’anni. Di solito dimorano in paludi e sulle sponde di fiumi tranquilli in attesa di prede. Sono provvisti di sensori di movimento su tutto il corpo. Non appena la preda si avvicina, nuotano rapidamente verso di lei e vi si aggrappano. In bocca hanno un sensore del calore, che le aiuta anche a individuare le prede. Si cibano in pochi minuti, poi scendono verso il letto del corso d’acqua e cercano un posto in cui digerire il pasto in pace. Il processo di digestione dura parecchi mesi. Le sanguisughe possono sopravvivere senza mangiare fino a due anni.

Sono grandi nuotatrici in stili diversi, ma si muovono velocemente anche sulla terraferma. Hanno la capacità di cambiare forma, e se aggiungiamo che sono in grado di raggiungere fino al mezzo chilogrammo di peso, non è sorprendente che i terapeuti le considerino come campioni del mondo nelle fughe.

A causa della bonifica dei terreni, dell’agricoltura intensiva e dell’uso diffuso che se ne faceva in passato, oggi le sanguisughe in natura sono diventate ancora più rare. Le troviamo solo nelle paludi e nei delta dei fiumi e, molte di loro, sono scomparse completamente dai luoghi, dove erano presenti solo fino a poco tempo fa.