Per il trattamento con le sanguisughe, già da qualche tempo, non si utilizzano sanguisughe provenienti dall’habitat naturale. In natura, a causa dell’agricoltura intensiva, della bonifica dei terreni e del loro eccessivo utilizzo in passato, sono diventate rare. Oggi le sanguisughe medicinali vengono allevate in speciali allevamenti. Uno dei più grandi, in questa parte d’Europa, è la BBEZ a Biebertal, vicino a Francoforte. Negli allevamenti, le sanguisughe vengono allevate in un ambiente sterile. La loro qualità e integrità vengono verificate secondo criteri rigorosi, prima di essere immesse sul mercato devono trascorrere una lunga quarantena di almeno qualche mese. Le sanguisughe messe in vendita non vedono l’ora di eseguire la loro missione. Dagli allevamenti, le sanguisughe vengono poi distribuite a coloro che le hanno ordinate, ossia a medici e guaritori, nonché a personale non medico che ha completato la formazione per esercitare la terapia con le sanguisughe. All’estero, dove sono registrati come medicinali, anche a farmacie, ospedali e cliniche.
Se viene ordinato un numero ingente di sanguisughe, che non vengono adoperate subito, bisogna fornire loro adeguate condizioni di vita. Nel contenitore con le sanguisughe si mettono delle pietre, che le aiutano nei loro frequenti mutamenti cutanei. La composizione dell’acqua deve essere adatta, per questa ragione l’acqua migliore è quella piovana o di sorgente. Il cloro, che viene aggiunto all’acqua dall’ente di approvvigionamento idrico, può ucciderle.
Tuttavia, al momento dell’acquisto delle sanguisughe è necessario verificarne la qualità. La cosa più importante è che siano state messe in quarantena per almeno qualche mese. L’allevamento che vende le sanguisughe deve obbligatoriamente fornire un certificato di idoneità.